Da diverso tempo ci si aspetta uno scatto in avanti del titolo Volkswagen, che da molti mesi è imbrigliato in una zona compresa tra 116-128 euro.
Lo scenario, pur irto di difficoltà, non sembra spaventare gli analisti che ritengono ancora buono il potenziale a medio termine del colosso automobilistico, tanto da fissare un target medio di 160 euro (oltre il 30% in più del valore attuale).
Ma per innescare uno scenario così rialzista, Volkswagen deve prima vincere la resistenza della EMA200, sulla quale è rimbalzato due volte negli ultimi tempi.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
Dal punto di vista fondamentale, il gruppo Volkswagen è riuscito a migliorare significativamente le proprie vendite nella prima metà dell’anno, che segna un incremento del 12,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (grazie alla migliore fornitura di parti rispetto a un anno fa, quando i colli di bottiglia nelle consegne hanno colpito la produzione).
Tuttavia, la crescita si sta indebolendo su base congiunturale, e inoltre non decolla ancora la vendita di auto elettriche (solo il 7,4% delle consegne) perché sono ancora troppo costose e i sussidi sono in calo.
Una fonte di preoccupazione è inoltre la Cina, il mercato di vendita più importante, che in passato generava fino al 40% delle vendite Volkswagen.
La notizia confortante è che da maggio stanno migliorando gli ordini in entrata, e si presume che questa tendenza continuerà. Inoltre il recente annuncio che Volkswagen testerà per la prima volta le auto a guida autonoma su strade pubbliche ad Austin, in Texas, è un passo nella giusta direzione.
Sul fronte tecnico, Volkswagen sta lottando con la EMA50 da diverse settimane. Un paio di volte era riuscito a lasciarsela alle spalle, ma poi si è scontrato con la EMA200 che l’ha riportato al punto di partenza.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
Non c’è dubbio che questi due scogli siano il crocevia del futuro. Solo se il titolo passerà questi ostacoli potrà far esplodere tutto il potenziale rialzista.
Al ribasso invece, c’è prima la soglia dei 120 euro da difendere, mentre più in basso c’è una solida zona cuscinetto attorno ai 115 euro, che finora costituito un solidissimo supporto, e che potrebbe rappresentare un livello di stop loss per i rialzisti.