Il tonfo di giugno (-37% in un giorno!) sta facendo sentire ancora i suoi effetti su , che non riesce a recuperare la fiducia dei degli investitori. Il titolo del gruppo tecnologico sta facendo fatica anche a conservare la soglia dei 13 euro, quando appena tre mesi fa era oltre quota 24.
I problemi di hanno un nome preciso: Gamesa. La controllata dell’energia eolica ha avuto un tracollo provocato dai costi per correggere i difetti di qualità nelle turbine terrestri, i costi di progetto e quelli più elevati per l’avviamento delle turbine marine (offshore).
Alla fine questi problemi si sono riversati sul bilancio della casa madre tedesca, che ha stimato la perdita annua in 4,5 miliardi di euro. Finora ha dovuto ritoccare le prospettive al ribasso più volte, l’ultima delle quali alla fine di giugno.
La ripresa di Siemens Gamesa richiederà più tempo del previsto, ma al netto di quello il portafoglio di , orientato alla transizione energetica, induce a non vedere tutto nero.
Inoltre il mercato ha visto positivamente il fatto che non è previsto un aumento di capitale.
Nonostante i tempi difficili, gli analisti conservano una certa fiducia a medio termine (12 mesi). Morgan Stanley fissa il target a 35,9 euro, quasi il triplo del prezzo attuale. Goldman Sachs si ferma poco sotto 26 euro, mentre i più scettici sono quelli di UBS che vedono una ripresa fino a 16 euro.
Sotto il profilo tecnico il quadro di è decisamente ribassista, soprattutto dopo che non è riuscito a rimanere neppure nel range 14,60-16,00 dov’era stato nel mese di luglio.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
Ma un poco di ottimismo si potrebbe ricavare qualora, passata questa bufera, il titolo riuscisse a rimettere il muso oltre la EMA50 (che sta scendendo in picchiata).
In quel caso si potrebbe immaginare una risalita all’interno dell’enorme gap down che si è aperto a giugno.
