Nonostante i forti dati del secondo trimestre, il titolo sembra non riuscire a ribellarsi alla tendenza ribassista in corso da marzo, e nel solo mese di agosto le azioni hanno perso circa il 7%.
Ma nonostante tutto, gli analisti conservano ancora ottimismo riguardo al futuro.
Come detto, i fondamentali sono in gran parte positivi, come dimostra il risultato record nel secondo trimestre (l’utile operativo rettificato è stato di quasi 1,1 miliardi di euro, il più alto mai registrato nel secondo trimestre). si sta inoltre avviando verso uno dei tre anni più redditizi della sua storia, grazie alla ripresa della domanda post-Covid e al rincaro dei prezzi dei biglietti.
Dopo il salvataggio di Stato e le perdite miliardarie degli anni pandemici 2020 e 2021, la ripresa c’è stata.
Ma le spine non mancano. Ad esempio un free cash flow deludente (è stato la metà di quanto previsto in media dagli analisti) e l’aumento dei costi per il controllo del traffico aereo, gli aeroporti, la manutenzione e i pezzi di ricambio. Proprio la situazione dei costi è quella che turba di più il mercato.
Nel frattempo l’azienda di Francoforte si sta ulteriormente razionalizzando e concentrandosi sempre più sul proprio core business.
Sotto il profilo tecnico, la tendenza ribassista di però rimane ancora solida. Le azioni sono scese al livello più basso dalla fine dello scorso anno, e il recente incrocio tra Ema50 e Ema200 non preannuncia niente di buono.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
Tuttavia una indicazione operativa interessante ce la fornisce Fibonacci. Il prezzo i trova tra il livello 50% e il 61,8%, che è una zona importante perché fa da spartiacque tra una prosecuzione del trend ribassista (che a quel punto potrebbe accelerare ancora) e un rimbalzo al rialzo del titolo .
Per avere un messaggio credibile che indica una ripresa di Lufthansa, servirà quanto meno stare sopra 8,5 euro e riportarsi oltre la EMA50.
Una dose di ottimismo la conservano diversi analisti. RBC vede un ritorno di sui 10 euro nei prossimi 12 mesi. UBS e Barclays addirittura vedono il target a medio termine oltre i 15 euro, mentre JP Morgan si ferma poco sopra i 13 euro. Singifica che vedono alti potenziali.