Poco più di un mese fa avevamo scritto che il nuovo scenario attorno al titolo “potrebbe minacciare la tenuta della soglia psicologica di 100 euro, che praticamente resiste dall’inizio dell’anno“. Purtroppo ci avevamo visto giusto, perché dall’inizio di agosto è partita una brusca fase ribassista che ha portato il titolo del costruttore di auto poco oltre i 90 euro.
Il titolo ha fatto crollare quasi tutti i suoi importanti supporti, e ormai soltanto il supporto a 91 euro ostacola il ritorno al prezzo dell’IPO di un anno fa.
Il fattore che più ha inciso sull’andamento recente di sono i problemi presso la filiale di software Cariad (controllata Volkswagen) che hanno causato ritardi nell’introduzione di nuovi modelli. La versione elettrica del piccolo SUV Porsche Macan è stata posticipata al 2024, mentre la Taycan ha avuto vendite in calo per via della disponibilità limitata di componenti.
Tuttavia le prospettive a lungo termine di rimangono buone (finora ha aumentato il suo utile operativo di quasi l’11% nel corso dell’anno). La domanda di beni di lusso resta forte, la strategia elettrica è solida e il gruppo sta lavorando sulle batterie ad alte prestazioni e prevede di creare una fabbrica a questo scopo.
Per questo nonostante la situazione attuale sia complicata, molti analisti conservano fiducia del titolo . Il 18 settembre Goldman Sachs ha fissato come target 140 euro, mentre Deutsche Bank e UBS hanno confermato il target price rispettivamente a 120 euro e 122 euro. Berenberg si ferma a 117.
Sotto il profilo tecnico, lo scivolone delle ultime settimane (-14% in tre mesi) ha portato a ridosso del supporto a 91 euro, che è l’ultimo ostacolo prima del ritorno al prezzo dell’IPO di un anno fa.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
La condizione di ipervenduto potrebbe far intravedere uno spiraglio o quanto meno una fine della brusca caduta.
Se il supporto a 91 euro funzionerà allora potrebbe partire anche un bel rimbalzo, che avrebbe come primi target la Ema50 e il ritorno verso la soglia dei 100 euro.
