Sembra lontanissimo il periodo di rally azionario che BMW cominciò l’autunno scorso, e che aveva portato il prezzo su 113 euro durante l’estate. Da circa tre mesi le cose stanno girando davvero male (-13% circa in un trimestre), e i titoli del produttore di auto sono precipitati sotto la soglia dei 100 euro.
Eppure le cifre non sarebbero male, soprattutto a livello di margine di profitto. Tuttavia, questo è l’effetto dei prezzi elevati degli ultimi semestri, che però stanno cominciando a normalizzarsi e dalla seconda metà dell’anno viaggiano su livelli significativamente inferiori rispetto alla prima.
Ma sono soprattutto le paure riguardo al futuro che stanno pesando sull’industria automobilistica tedesca. Lo dimostra l’indice IFO sul clima economico del settore, che manifesta un pessimismo analogo a quello che si vedeva durante la crisi finanziaria del 2008.
Nell’incertezza riguardo al futuro la Cina svolge un ruolo importante: da un lato in termini di sviluppo del mercato e dall’altro di concorrenza da parte dei produttori cinesi. Secondo uno studio, entro il 2025 una nuova auto elettrica su quattro in Europa sarà “Made in China”.
Il tema è caldissimo, perché esistono prove attendibili che la Cina stia fornendo aiuti statali che distorcono il mercato e mettono in pericolo l’industria europea. La UE si è attivata per difendersi, ma la questione delle possibili tariffe punitive sulle auto elettriche provenienti dalla Cina è ancora da chiarire.
Sotto il profilo tecnico la situazione è complicata. Dopo il triplo massimo estivo è scattata una inversione di rotta pesante, che ha spinto BMW ad attraversare le due medie mobili (EMA50 ed EMA200) e anche il livello Fibonacci 23,6.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
Al momento il prezzo ha trovato supporto sul livello Fibonacci 38,2, che sta ostacolando un’ulteriore discesa. Il prezzo però rimane sotto le due medie mobili, e questo è un messaggio negativo, anche perché sta per verificarsi la “croce della morte” (il passaggio della Ema50 sotto la Ema200), che solitamente preannuncia un periodo debole.
Nonostante tutto, la maggior parte degli analisti vede ancora un prezzo obiettivo per BMW almeno pari ai 100 euro. Goldman Sacsh si spinge a 120 euro, Bernstein arriva a 110 euro, RBC si ferma a 108. Barclays è il più scettico, con un target a 92 euro.