Dopo la corsa record fino alla scorsa primavera (venne toccata quota 281 euro) a seguito del conflitto in Ucraina, negli ultimi mesi il produttore di armamenti Rheinmetall si è infilato di un range tra 230 e 265 euro.
Ma il riaccendersi delle tensioni in Medioriente tra Israele e Hamas, ha innescato un nuovo forte impulso rialzista, che gli ha permesso di recuperare più della metà della correzione rispetto al massimo di settembre.
La domanda di armamenti è cresciuta notevolmente nell’ultimo anno e mezzo, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Grazie al fondo speciale tedesco per le spese per la difesa (circa 100 miliardi di euro), il 2023 potrebbe segnare per Rheinmetall un nuovo record di ordini, con l’azienda avviata sulla buona strada per raggiungere i suoi obiettivi annuali.
Va sottolineato che il boom di ordini attuale, significa anche che in futuro ci sarà una maggiore manutenzione da effettuare.
In questo contesto, non è difficile immaginare perché gli analisti sono tutti molto ottimisti da qui a 12 mesi. Se Warburg Research è la più cauta lasciando Rheinmetall con target 292 euro, gli analisti di JP Morgan invece si spingono fino a 320 euro. Deutsche Bank e Berenberg si collocano a 300 euro.
Sotto il profilo tencico, le azioni Rheinmetall hanno fallito diverse volte l’uscita dal range 230-265, ma negli ultimi giorni stavano testano il limite inferiore di questo intervallo. Adesso lo scenario è cambiato.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
Lo shock mediorientale ha creato un gap up, con il prezzo che si è portato oltre la EMA200 ed è andata a pizzicare la EMA50.
E’ chiaro che a breve termine le prospettive siano decisamente cambiate, e non è da escludere che Rheinmetall possa spingersi di nuovo verso la parte superiore del range, specialmente se la situazione in Medioriente non dovesse rientrare rapidamente.