La fiducia è un fattore difficile da recuperare una volta che si perde. Lo sa bene il gruppo di tecnologia energetica Siemens Energy, che dopo le grandi difficoltà degli ultimi mesi non riesce a recuperare terreno sul mercato, dopo aver perso metà del suo valore dall’ultima primavera (da 24 euro a 12 euro) e ben il 37% in un solo giorno, a giugno, dopo un profit warning.
Ormai tante volte abbiamo sottolineato come i problemi di Siemens Energy siano quasi tutti riconducibili al pessimo affare Gamesa, la controllata dell’energia eolica. I suoi costi sempre più elevati, i problemi nell’avviare nuovi progetti e i difetti di qualità nelle turbine terrestri hanno più volte colpito Gamesa e di riflesso Siemens Energy (che ha stimato la perdita annua in 4,5 miliardi di euro e ha dovuto ritoccare più volte le sue previsioni di fine anno).
Il guaio è che la ripresa della filiale Gamesa richiederà più tempo di quanto previsto.
Però se escludiamo i problemi di Gamesa (che comunque non si possono cancellare), il portafoglio di Siemens Energy induce comunque all’ottimismo sul lungo termine, visto che è molto orientato alla transizione energetica. Si spera che il Capital Markets Day di novembre possa fornire la scintilla iniziale per una ripresa del titolo in Borsa.
Intanto un po’ di slancio è arrivato dalla possibile vendita della divisione Trench (che non fa parte del core business) all’investitore finanziario Triton, come riferito mercoledì da ambienti aziendali e finanziari. L’operazione porterebbe un po’ di denaro fresco nelle casse di Siemens Energy.
Sotto il profilo tecnico, il primo passo importante sarebbe il recupero della EMA50 verso i 13 euro. Questo passo potrebbe vincere la diffidenza di molti investitori, e ricominciare ad attirare qualche rialzista in cerca di occasioni.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
Va detto che di recente Barclays ha indicato il titolo Siemens Energy come “sottovalutato e non sufficientemente rappresentato nei portafogli degli investitori“, arrivando a indicarlo come una “opportunità raramente buona“, con un obiettivo di prezzo di 19 euro.
A inizio ottobre anche Goldman Sachs ha mostrato forte ottimismo, fissando un target price di 24 euro a 12 mesi.