L’umore ondivago attorno al momento in cui cominceranno i tagli dei tassi di interessi ha tolto forza al mercato azionario. Dopo aver avvicinato il massimo storico, il DAX ha fatto marcia indietro chiudendo a 17.004,55 punti, rimanendo praticamente invariato rispetto alla settimana scorsa.
Come detto, l’incertezza sul mercato azionario deriva da quella riguardo l’avvio del ciclo di allentamento monetario. La FED, che si è riunita in settimana, ha raffrededdato le possibilità che il primo taglio al costo del denaro possa arrivare a marzo. A chiudere la porta a questa possibilità sono stati poi i dati sorprendentemente forti del mercato del lavoro statunitense. Vale la pena ricordare che tassi più alti a lungo frenano l’appetito al rischio.
Le speranze di una rapida inversione di tendenza dei tassi nell’Eurozona e negli Stati Uniti si sono nettamente ridotte dopo gli eventi di questa settimana e non costituiscono più un driver di mercato.
Il quadro tecnico del DAX è ancora chiaramente rialzista, nonostante il saliscendi di questi ultimi giorni. La soglia dei 17000 punti del resto è un grosso ostacolo.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
Eventuali correzioni sono fisiologiche, e non devono destare preoccupazione almeno finché non verrà testato il supporto a 16600 punti, dove peraltro si trova anche la Ema50. Fino a quando questo livello reggerà, non ci saranno pericoli di ribassi sostenuti.
