Dopo alcuni mesi incoraggianti, sono tornate le nubi sull’orizzonte di Fresenius, che nel mese di gennaio ha perso addirittura il 10%, allontanandosi decisamente dalla soglia dei 30 euro che sembrava a un passo.
A inizio dicembre, proprio quando il quadro tecnico sembrava farsi molto incoraggiante, la notizia che Fresenius non è stata autorizzata a pagare dividendi o bonus per il 2023 (lo scorso anno aveva pagato 92 centesimi per azione), a causa degli aiuti statali all’energia, ha cominciato a dare le prime picconate la prezzo in Borsa.
Un’altra batosta è arrivata a inizio gennaio, quando un incendio nella clinica di Uelzen, Bassa Sassonia, è costato la vita a cinque persone mentre altre sono rimaste ferite.
Sotto il profilo fondamentale, il gruppo medico Fresenius è da tempo in fase di ristrutturazione. Il CEO Michael Sen sta portando avanti la vendita delle attività periferiche al fine di ridurre l’elevato livello di debito e focalizzare maggiormente l’azienda.
In questa ottica sono stati fatti passi passi molto importanti, primo fra tutti la sperazione dal fornitore di dialisi Fresenius Medical Care (che negli ultimi anni ha pesato ripetutamente sul bilancio del gruppo a causa di frequenti profit warning), quasi 30 anni dopo l’acquisizione.
La ristrutturazione globale comprende anche la vendita del gruppo Eugin (comletata il 31 gennaio), specializzato in cliniche per la fertilità, ad un consorzio guidato dal noto investitore finanziario KKR.
Fresenius ha anche annunciato la sua uscita dalla sua filiale digitale Curalie.
Nonostante il recente calo, c’è ottimismo riguardo ai prossimi dati del quarto trimestre. Gli analisti di Berenberg si aspettano un aumento della redditività.
Sotto il profilo tecnico, il calo delle ultime settimane sta per innescare un evento assai temuto dagli investitori: la “croce della morte“, ossia il passaggio della Ema50 sotto la Ema200. Solitamente questo preannuncia messaggi ribassisti a breve termine.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
Chi negozia CFD su questo titolo potrebbe avere più di un motivo, quindi, per puntare ancora sul calo di Fresenius, anche perché l’ultimo tentativo di risollevarsi si è andato a scontrare con la Ema200. Il target al ribasso potrebbe essere visto sul supporto a 24,8, e più in basso quello a 24 euro.
Occhio però che l’indicatore RSI sta per entrare nella zona di ipervenduto, e questo potrebbe arginare la caduta.