Nel giro di poche settimane lo scenario attorno al titolo RWE è drasticamente cambiato. Sul finire di dicembre eravamo in rally verso i massimi storici, oltre la soglia dei 40 euro per azione, mentre adesso bisogna difendere quella dei 30 euro.
Significa che in un paio di mesi le azioni hanno perso un quarto del loro valore.
Perché la prospettiva di RWE è cambiata così tanto?
A dicembre dicemmo lo scenario sembrava splendido, perché il vento contrario (per i profitti) derivante dall’aumento dei tassi di interesse era più che compensato dall’aumento dei prezzi dell’energia. Addirittura gli analisti di JPMorgan indicavano RWE la ‘migliore scelta’ per il 2024.
Ma poi le cose sono cambiate: s’è capito che i tassi di interesse rimarranno alti almeno per qualche mese ancora (forse i primi tagli ci saranno solo a giugno), e contemporaneamente c’è stato un significativo dei prezzi all’ingrosso dell’elettricità.
Le due cose (tassi alti e prezzi all’ingrosso alti) non si bilanciano più, e questa è la ragione principale per cui dello scivolone di RWE. Tanto che a fine gennaio l’azienda ha preannunciato guadagni inferiori per il 2024 rispetto al forte anno precedente.
Anche se RWE è precipitata in Borsa, la sensazione è che le cattive notizie siano state ormai tutte prezzate. La caduta dovrebbe essere vicina alla fine o quasi.
Inoltre la dinamica nel settore delle energie rinnovabili dovrebbe svilupparsi in modo forte, e RWE è bne posizionata per goderne i vantaggi visto che sta attualmente investendo molto denaro nello sviluppo delle energie rinnovabili.
Sotto il profilo tecnico, RWE si trova pericolosamente vicino alla soglia dei 30 euro, che rappresenta il supporto più importante (ma anche il più robusto, dove potrebbe cominciare la risalita).
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
Se dovesse cedere questo livello, altri possibili punti di svolta sono tra 28,30 e 29,5 euro. La presenza dell’indicatore RSI in ipervenduto offre tuttavia una prospettiva quanto meno di consolidamento per RWE.
Al rialzo invece il primo scoglio è sui minimi del 2023, a quota 31,5. Per avere però un punto di ingresso più robusto, bisognerebbe aspettare il taglio della Ema50, che si trova ancora molto distante (anche perché da poco è comparsa la “croce della morte” che scoraggia ingressi al rialzo).