La corsa di Beiersdorf fino ai record storici ha lasciato il posto, nelle ultime settimane, a una brusca frenata. Il titolo è scivolato dai 140 euro – tanto faticosamente raggiunti – fino a 130 euro.
Tutto questo prepara il terreno un nuovo impulso rialzista o deve preoccupare gli investitori?
Sono tre i motivi che hanno innescato la recente correzione di Beiersdorf. Anzitutto, verso la fine dell’anno scorso hanno cominciato a manifestarsi i primi segnali di debolezza nel settore dei consumi, come conseguenza dell’aumento dei prezzi dell’anno scorso.
In secondo luogo, si sono scatenate le prese di profitto dopo la corsa record. Dall’ultimo significativo minimo intermedio di 113,40 euro al massimo record di inizio febbraio di quasi 144 euro, l’aumento dei prezzi è stato del 27%. Era inevitabile che ci fosse una fisiologica correzione.
Infine, pesano le previsioni molto caute annunciate dal gruppo di beni di consumo a fine febbraio. Anche se è probabile che le vendite continueranno ad aumentare nel 2024, il CEO Vincent Warnery non prevede più che la velocità dell’anno scorso sarà la stessa (e quindi anche i risultati del gruppo).
Gli investitori non sembrano aver apprezzato queste prospettive prudenti, nonostante nel frattempo Beiersdorf aumenterà significativamente la distribuzione di dividendi (1,00 euro per azione, mentre dal 2012 erano sempre stati 0,70 euro).
Ricordiamo anche che Beiersdorf riacquisterà azioni proprie fino a 500 milioni di euro, con un programma che dovrebbe iniziare a maggio e essere completato entro la fine del 2024.
Sotto il profilo tecnico, il quadro di Beiersdorf si è decisamente sporcato con l’oltrepassamento al ribasso della Ema50. Peraltro la Ema50 ha respinto il successivo tentativo di ripresa, inviando un segnale ancora più ribassista.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
E’ chiaro che la media mobile a 50 periodi, che viaggia attorno alla soglia dei 135 euro, rappresenta il primo snodo importante per una eventuale ripresa di Beiersdorf.
Al ribasso invece occorre guardare alla soglia psicologica dei 130 euro, già testata due volte tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo.
Gli analisti hanno sviluppato opinioni assai divergenti riguardo Beiersdorf. Gli ultimi in ordine di tempo sono quelli di Jefferies, che hanno fissato un target a medio termine di 155 euro. Ma su quella stessa cifra si aggirano anche Barclays (154 euro) e JP Morgan (150 euro). Ma c’è anche chi vede scenari più deboli, come RBC (117 euro) e UBS (110 euro).