Negli ultimi mesi il titolo Airbus ha viaggiato in un intervallo compreso tra 127 e 140 euro, ma non è riuscito a recuperare nulla delle grosse perdite patite tra marzo e giugno (-20%).
Del resto la situazione continua ad essere difficile, con le consegne a rilento e i profitti in diminuzione (a metà anno l’utile prima degli interessi e delle imposte era meno della metà dell’anno precedente, anche a causa del deprezzamento della divisione spaziale).
Nonostante Airbus tragga indubbio vantaggio dalla crisi in corso del suo principale rivale statunitense Boeing, non riesce a tenere il passo con l’evasione degli ordini a causa dei problemi nella catena di fornitura (comnciati durante la pandemia). Airbus ha problemi con un’ampia gamma di componenti forniti dai fornitori, dai motori alle apparecchiature di cabina.
A fine settembre il gruppo ha consegnato 497 jet, ma visto che l’obiettivo è di 770 consegne per l’intero anno, se non ci sarà un forte aumento del ritmo difficilmente si arriverà al traguardo prefissato. Ricordiamo che già a giugno il capo di Airbus Guillaume Faury aveva abbandonato l’obiettivo originale di consegnare circa 800 aerei quest’anno.
Molti analisti ritengono che – quando presenterà la prossima trimestrale a fine ottobre – l’azienda abbasserà i suoi obiettivi annuali.
Intanto il prezzo sta testando il supporto a quota 127 euro, come vediamo sulla piattaforma di investimento .
Se cadesse anche questo livello, c’è il concreto pericolo che Airbus faccia molti passi indietro, visto che il supporto successivo si troverebbe sui 121 euro, ossia i minimi di un anno.
Al rialzo invece la prima resistenza da affrontare è la media mobile Ema50, che pochi giorni fa ha già respinto l’ultimo tentativo di risalita di Airbus.
