Gli alti prezzi dei fertilizzanti e la prospettiva di un inverno rigido hanno dato una spinta al gruppo K+S, che tuttavia vede un serio problema all’orizzonte.
L’autorità di vigilanza Bafin ritiene che l’importo di una svalutazione in bilancio per il 2019 e la prima metà del 2020 sia troppo bassa.
Inoltre l’autorità nutre dubbi sul prezzo della potassa a lungo termine, fatta in relazione al bilancio consolidato al 31 dicembre 2019. Considerano troppo elevato il valore d’uso dei “prodotti di potassio e magnesio che generano liquidità” (CGU potassa) determinato all’epoca. Ovviamente K+S non condivide questa posizione.
Già a febbraio scorso, i dubbi sollevati da Bafin avevano fatto sprofondare il titolo.
Nel frattempo, l’esansione del business dei mercati agricoli continua, e questo spinge la domanda di fertilizzanti. Inoltre, il business del sale antighiaccio ha recentemente beneficiato di un acquisto anticipato da parte dei clienti superiore alla media, come annunciato da K+S.
Per questo motivo l’azienda conferma la previsione sull’utile operativo nel core business, che è stata rivista al rialzo alla fine di ottobre.
Da luglio a fine settembre, le vendite del gruppo sono aumentate di circa un terzo rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 746 milioni di euro.
L’Ebitda è rimasto 121 milioni di euro, in linea con le previsioni degli analisti.
K+S ha guadagnato poco meno di 1,3 miliardi di euro in operazioni continue nel terzo trimestre dell’anno, dopo una perdita di quasi 1,8 miliardi di euro un anno fa.
Dopo la vendita del business americano del sale (completata a maggio), l’obiettivo è migliorare l’attività esistente. Dal 2023 in poi, ogni stabilimento e il gruppo nel suo insieme dovrebbero ottenere un flusso di cassa positivo positivo, anche con un prezzo basso del fertilizzante di potassio.
Nessun dividendo è stato pagato per l’esercizio passato e solo 4 centesimi per il 2019.