Eravamo stati buoni profeti a metà luglio, quando dicemmo che un eventuale rimbalzo sulla resistenza a 11,0 avrebbe potuto riportare sotto la soglia dei 10 euro.
Si è concretizzato quello scenario, e adesso il titolo dell’istituto tedesco viaggia di nuovo sui 9,5 euro.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
Lo slancio che poteva arrivare sulla scia dei dati semestrali di (utile consolidato in crescita di quasi il 50%) si è spento in poco tempo.
Ad agosto i timori di una tassa sugli extra-profitti ha dato una forte spallata al titolo, che ha fatto ulteriormente marcia indietro sulla prospettiva della fine dell’epoca dei tassi di interesse alti.
La corsa dei tassi d’interesse infatti ha notevolmente migliorato la redditività di (molto legata ai servizi bancari al dettaglio e commerciali) e in generale delle banche tedesche che, secondo un’analisi, sono ancora in ritardo sul mercato interno.
Per questo, con l’avvicinarsi delle politiche più accomodanti da parte della BCE, gli analisti di Barclays hanno declassato a ‘Sottopeso’, ritoccando l’obiettivo di prezzo da 12,50 a 10,80 euro. I rischi aumentano e il reddito da interessi potrebbe deludere gli investitori.
Tuttavia c’è chi l’ottimismo verso lo conserva intatto. Jp Morgan infatti ha confermato come target a 12 mesi il livello 14,20 euro, che significherebbe quasi il 50% rispetto ad oggi. Deutsche Bank addirittura si è spinta oltre i 17 euro, prevedendo quasi un raddoppio del titolo a 12 mesi.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
Sotto il profilo tecnico, il taglio della EMA200 avvenuto a inizio settembre non è un messaggio positivo, ed ha riportato nel range 9-10 euro dove si trova da marzo, a parte le due fiammate viste ad aprile e luglio.
Per ricominciare l’ennesima risalita servirà anzitutto trovare supporto nel limite inferiore di questo range, e poi riportarsi oltre la Ema200.