Abbiamo più volte ricordato che l’industria chimica sta vivendo mesi di grande difficoltà, con i prezzi energetici costantemente elevati e una domanda che ha subito un brusco calo. Molti clienti infatti stanno utilizzando le loro scorte e sono riluttanti a effettuare ordini, visto il contesto economico difficile e incerto.
Prima dell’estate , come molte altre imprese del settore, aveva abbassato le previsioni per l’anno. In tempi più recenti, la filiale Wintershall Dea ha annunciato una drastica riorganizzazione per tagliare i costi.
Tuttavia gli esperti continuano a vedere una ripresa della domanda nei prossimi trimestri, anche se difficilmente si raggiungerà un punto di svolta nel terzo trimestre in corso. Ma almeno la situazione non è peggiorata e ci sono segnali di una stabilizzazione generale nel settore industriale.
Per questo, nonostante uno scenario fiacco, molti analisti conservano fiducia in . Un paio di settimane fa, JP Morgan ha fissato il target a 58 euro e Deutsche Bank ha fatto quasi lo stesso (56 euro). Gli unici a rimanere scettici sono gli esperti di UBS, che vedono nel medio termine un ulteriore calo fino a 40 euro.
La cosa importante è che molti dei rischi che riserva il futuro, dovrebbero già essere più che scontati ai livelli attuali di prezzo del titolo .
Sotto il profilo tecnico, a luglio avevamo sottolineato come il breakout della trendline ribassista che parte da febbraio scorso era reso difficile dalla presenza anche della EMA200.
Purtroppo queste difficoltà si sono confermate, e il tentativo di breakout è fallito innescando un rimbalzo verso il basso.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
Anche a inizio settembre ha provato a fare breakout della trendline, ma senza successo.
Il primo grande scoglio per i rialzisti sembra essere il superamento della EMA50, mentre il supporto a quota 44 impedisce al momento ulteriori discese. Se però dovesse cedere, la strada sarebbe spianata verso i 42-42,8 euro.