Un paio di mesi fa scrivemmo a proposito del titolo Siemens: “Non ha trovato lo slancio per aggredire la resistenza a 150 euro, e i dati trimestrali appena resi noti difficilmente potranno dargli un ulteriore impulso“.
E’ andata effettivamente così, visto che il gruppo tecnologico è scivolato verso i 130 euro dopo un periodo di debolezza.
La tendenza più fiacca che si era già vista nel secondo trimestre sta proseguendo, e nonostante le prospettive a lungo termine per il settore rimangono buone, è in corso una normalizzazione post-Covid che sta impedendo ogni possibile slancio, anche perché si sta normalizzando anche il contesto precedentemente eccellente per ordini e margini.
I prossimi dati trimestrali si concentreranno maggiormente sullo sviluppo delle importanti industrie digitali, dove si è registrato un rallentamento della crescita.
Sotto il profilo tecnico, dopo la massiccia svendita iniziata a metà giugno, le azioni Siemens hanno messo in discussione anche la soglia dei 130 euro, che attualmente sta difendendo.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
Da poche settimane è avvenuta la “croce della morte“, ossia il passaggio della EMA50 sotto la EMA200, che solitamente non è un buon messaggio per il mercato.
Per vedere spiragli a breve termine occorrerebbe riprendere subito la EMA50. Se così fosse e Siemens riprendesse quota, c’è ancora un gap down che aspetta di essere richiuso oltre quota 140.
Nonostante tutto, gli analisti fissano a medio termine (12 mesi) dei target positivi per Siemens. A fine settembre Goldman Sachs addirittura ha fissato come obiettivo 225 euro, mentre JP Morgan, Deutsche Bank ed RBC oscillano tra 185 e 190 euro. Addirittura la banca canadese RBC ha ora indicato Siemens come una delle “30 migliori idee” globali per il 2023.
Gli ultimi a esprimersi in ordine di tempo sono stati gli analisti di Bernstein Research, con target 169 euro che comunque è un buon quarto in più del prezzo attuale.