Qualche settimana fa dicemmo che ad RWE sarebbe bastata una scintilla per innescare l’inversione di un duraturo trend decrescente. E’ presto ancora per dire se quella scintilla ci sia stata, ma i recenti guadagni (+5% settimanale) invitano a tenere gli occhi aperti, anche perché a metà novembre verranno resi noti i risultati del trimestre.
Dopo essere precipitato sui minimi annuali a 32 euro, RWE è tornato a quota 36 e sembra aver recuperato forza. L’innesco è giunto dalla guerra in Medio Oriente, che fa temere un rialzo dei prezzi del petrolio e ciò spinge la domanda di energia verde (RWE è molto impegnata nell’investire per la generazione di energia rinnovabile).
Un quadro simile l’abbiamo già visto evidente durante la crisi del gas e del petrolio seguita allo scoppio della guerra in Ucraina.
Recentemente, i timori che l’espansione dell’energia eolica offshore stia procedendo più lentamente del previsto e la prospettiva di un portafoglio ordini meno pieno hanno messo sotto pressione i prezzi. Inoltre i tassi di interesse alti stanno pesando sui titoli energetici, perché rendono più costoso il rifinanziamento di progetti su larga scala.
Intanto RWE ha firmato un nuovo contratto di fornitura di gas naturale per cinque anni con il produttore norvegese di petrolio e gas Equinor.
Sotto il profilo tecnico, il rimbalzo cominciato qualche settimana fa ha raggiunto un importante scoglio, quello della EMA50.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
Attualmente il prezzo sta testando questo livello, e in caso positivo il messaggio di inversione del trend potrebbe prendere forza, e dare un ulteriore slancio per avvicinarsi anche alla EMA200.
Gli analisti continuano a vedere un ottimo potenziale per RWE. Nella seconda metà di ottobre Barclays, JP Morgan e Deutsche Bank hanno fissato un target rispettivamente di 54 euro, 53,5 euro e 51 euro, che corrispondono ad un aumento di oltre il 40% nei prossimi 12 mesi.