La brusca correzione avvenuta nel mese di settembre sembra essere ormai alle spalle, e SAP (grazie soprattutto alla spinta della trimestrale) ha ripreso di nuovo a marciare.
E’ ancora presto per dire se questo impulso lo condurrà verso i massimi storici (143 euro, toccati nel 2020), ma di sicuro il vento a ricominciato a soffiare.
Qualche settimana fa il produttore di software ha resi noti i suoi dati trimestrali, che hanno evidenziato una crescita significativa nel terzo trimestre, soprattutto nel promettente business del cloud.
Nonostante le difficili condizioni economiche e le crescenti tensioni geopolitiche, l’azienda di software è sulla buona strada per raggiungere i suoi obiettivi annuali, con un aumento del fatturato e un significativo aumento dell’utile operativo.
Si prevede che nel 2023, al netto degli effetti valutari, l’utile prima degli interessi e delle tasse, al netto degli effetti speciali, aumenterà dall’8 al 12% rispetto al valore di quasi otto miliardi di euro dell’anno precedente.
Sotto il profilo tecnico, il prossimo ostacolo per SAP è l’uscita dal range 120-130 dove si trova da alcuni mesi, e quindi il superamento della soglia psicologica dei 130 euro, che agisce in qualità di resistenza.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
Il recente passaggio della EMA50 offre un messaggio chiaramente incoraggiante, anche perché il trend di fondo rimane rialzista visto che la Ema200 è decisamente ancora più in basso.
Gli analisti sono molto ottimisti riguardo al titolo SAP. La banca d’investimento britannica Barclays ha alzato il prezzo target a 145 euro, Goldmans Sachs si spinge fino a 160 euro, mentre Baader Bank arriva a 140 euro. JP Morgan ha messo come obiettivo 138 euro. Più scettica la società di analisi Jefferies, che ha posto come target a 12 mesi il prezzo di 115 euro.
