E’ tornata un po’ di fiducia verso il titolo . Grazie a un mese di novembre assai proficuo, il produttore di motori per aerei ha recuperato metà delle perdite patite nel crollo improvviso di settembre (uno scivolone del 18%) a causa del richiamo delle turbine aeronautiche da parte di Pratt & Witney, partner di MTU.
Quei problemi, che hanno provocato un onere straordinario di un miliardo di euro, non dovrebbero provocare ulteriori oneri nel quarto trimestre. Intanto i risultati complessivi del terzo trimestre di si sono rivelati migliori delle aspettative. La redditività nel settore della manutenzione degli aerei civili è stata una sorpresa positiva.
Al netto dell’onere straordinario di cui abbiamo parlato, l’utile operativo rettificato prima degli interessi e delle imposte (EBIT rettificato) raggiungerà il livello record di circa 800 milioni di euro.
Il produttore di motori di Monaco può inoltre festeggiare ordini per oltre mezzo miliardo di euro acquisiti al Dubai Airshow.
A questo si aggiungano le previsioni per una crescita organica delle vendite che potrebbe superare il 20%, la crescita nel settore dei pezzi di ricambio del 14% circa e nel settore della manutenzione e riparazione del 13%.
Sotto il profilo tecnico, alla fine di ottobre evidenziammo la formazione di un chiarissimo pattern PENNANT, che normalmente ha un valore di continuazione del trend, ma come dicemmo “in questo caso potrebbe agire da figura di inversione del trend“. E così è stato.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
Il prezzo ha fatto breakout dalla figura, andando poi a superare la Ema50.
Va però evidenziato che continua a muoversi sempre in prossimità della media mobile a 50 periodi, ed ogni volta che prova a staccarsi finisce per esserne di nuovo attratta.
Se dovesse trovare lo slancio per andare più su, a quel punto potrebbe superare anche la Ema200, e solo allora potremmo parlare di una vera e propria inversione a medio termine.
Intanto gli analisti hanno ripreso un po’ di fiducia in MTU Aero Engines. La banca statunitense JPMorgan ha fissato il target di prezzo a 280 euro. Berenberg si ferma a 250 euro. Più moderate sono Deutsche Bank Research, che ha posto come target 199 euro, e Goldman Sachs che si ferma a 188.