Finalmente Continental è riuscito a ritrovare lo spunto giusto per risalire la china, e adesso mette nel mirino i massimi annuali oltre quota 78 euro. Dall’inizio dell’anno ha guadagnato circa un quarto del suo valore di mercato.
La novità importante per sono i possibili piani di scissione della divisione automobilistica del gruppo. In occasione del Capital Markets Day, l’azienda ha messo in discussione il futuro della sua attività di fornitura automobilistica, che in tempi recenti è stata piuttosto debole. Tutto è possibile, dall’ingresso di un investitore o di una joint venture alla vendita o all’IPO. Tuttavia ha escluso una vendita completa del ramo d’azienda.
Con questo passo, vuole concentrarsi su aree future redditizie e ad alta crescita e passare ancora di più da puro fornitore di componenti a partner tecnologico per l’industria automobilistica. Il CEO Setzer ha annunciato che la ristrutturazione dovrebbe essere completata qui entro il 2025.
Sempre in occasione del Capital Markets Day, ha annunciato che intende aumentare le distribuzioni ai suoi azionisti. Invece del 15-30% dell’utile netto promesso in precedenza, in futuro verrà distribuito tra il 20 e il 40% come dividendi.
Sotto il profilo tecnico, l’ultimo impulso ha consentito a di lasciarsi alle spalle il livello 23,6 Fibonacci che si trova sui 70 euro (peraltro soglia psicologica importante).
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
Adesso il prezzo sta testando i massimi di luglio, ultimo ostacolo prima di andare verso i massimi annuali oltre 78 euro.
Il recente incrocio tra la Ema50 e la Ema200 (la “croce d’oro”) può offrire una ulteriore spinta al prezzo, anche se l’indicatore RSI è sempre sulla soglia dell’ipercomprato, per cui occorre cautela
Al ribasso il supporto è rappresentato dall’anzidetto 23,6 Fibonacci.
Gli analisti continuano ad essere divisi riguardo alle prospettive di . Di recente Bank of America (BofA) ha messo una “raccomandazione di acquisto” con obiettivo di prezzo a medio termine di 89 euro. Warburg Research invece arriva a 94 euro. Al contratio, Goldman Sachs è scettica e fissa un prezzo obiettivo a 70 euro, mentre Barclays arriva a 90 euro.