Qualche settimana fa dicemmo che EON era un titolo “da monitorare al rialzo nel breve termine“, perché la lunghezza della fase di range (10,30-11,50) faceva “immaginare che il breakout si concretizzerà in un movimento esplosivo“.
Quel movimento esplosivo effettivamente c’è stato, spingendo sui massimi di 7 anni verso metà dicembre, prima di infilarsi in una fisiologica correzione.
Ma lo scenario rimane ancora molto intrigante.
Difficilmente vedremo un 2024 così brillante come lo è stato il 2023, caratterizzato da un fortissimo sviluppo del business. Lo stesso prevede forti pressioni sugli utili a causa del taglio dei prezzi di elettricità e gas.
Ma l’azienda si distingue per i bassi rischi sugli utili operativi (Ebitda), un bilancio solido rispetto al settore e le migliori prospettive di crescita per il dividendo.
Inoltre EON è in prima linea per la transizione energetica, che sarà uno dei cavalli di battaglia in futuro.
Sotto il profilo tecnico, è uscito da una leggera fase di correzione che è stata utile a scaricare l’indicatore RSI che si trovava nettamente in ipercomprato.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
Al momento tuttavia non riteniamo probabile un nuovo forte impulso rialzista, mentre è più probabile un consolidamento oltre i 12-12,50 euro fino almeno alla metà di gennaio.
Intanto gli analisti restano fiduciosi sulle prospettive di . La banca svizzera UBS ha aggiornato il prezzo obiettivo da 12 a 14 euro. JP Morgan lo fissa a 13 euro, come fanno anche Bernstein Research e Barclays. Morgan Stanley invece non vede altri margini di guadagno in futuro.