A novembre ci eravamo chiesti se la crisi di Zalando fosse giunta al fondo, e se il peggio fosse ormai alle spalle. Eravamo fiduciosi in un recupero del titolo dai minimi di un anno, e invece lo scenario è rimasto cupo, visto che il prezzo è scivolato al di sotto di un range nel quale si stava muovendo da ottobre.
Sul settore dell’abbigliamento stanno incidendo tre fattori: l’andamento balbettante dell’economia, l’aumento della concorrenza da parte di gruppi cinesi di moda low cost e anche il clima insolitamente caldo di questo inverno, che ha ridotto la domanda di capi autunnali e invernali.
Inoltre le azioni Zalando fanno parte di una categoria che dipende fortemente dalla crescita, che beneficiano dei tassi di interesse più bassi. Per cui lo scenario attuale è il peggiore possibile.
Questo mix di elementi spiega la persistente debolezza della domanda, che sta allungando il trend ribassista che ha cominciato a febbraio, quando valeva più del doppio di quanto è adesso (avvicinandosi anche al minimo storico di 17 euro, risalente al 2014). Il rivenditore di moda online, che in tutto il 2023 ha perso il 35%, ha dovuto tagliare più di una volta i suoi obiettivi annuali.
Le cose peraltro non sono cominciate bene neppure quest’anno, soprattutto dopo un profit warning da parte del rivenditore britannico JD Sports Fashion, che ha ulteriormente smorzato l’umore nel settore.
Tuttavia il management di rimane ottimista riguardo ai driver di crescita strutturale, che avranno nuovamente effetto nel prossimo futuro. Inoltre ci stiamo avvicinando ai primi tagli dei tassi di interesse da parte delle banche centrali, cosa che favorisce il settore.
Sotto il profilo tecnico, non c’è dubbio che serviranno indicazioni forti per parlare di possibile inversione di rotta. Il primo scoglio è recuperare la soglia dei 20 euro, mentre il successivo è il superamento della Ema50, che al momento si trova oltre quota 21 euro.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
Per riuscire in questo passo, dovrebbe fare un balzo avanti come non si vede da luglio scorso (che peraltro venne vanificato dal successivo crollo).
Di sicuro occorre molta prudenza da parte dei rialzisti, che forse farebbero meglio ad aspettare il taglio della Ema50 prima di entrare a mercato.