Dopo un mese di dicembre nuovamente negativo (con un calo dei prezzi di circa un quarto), il titolo Puma continua a stabilizzarsi e cerca di preparare il terreno a una possibile risalita.
Di recente sono giunte cattive notizie per il settore. Poco prima di Natale, la rivale Nike ha scioccato gli investitori con prospettive di vendita deludenti.
Ciò ha pesato anche sulle azioni Puma, dal momento che il Nord America è un’importante regione di vendita per l’azienda tedesca.
Nel nuovo anno invece, il rivenditore britannico di moda sportiva e per il tempo libero JD Sports Fashion ha smorzato il sentiment del settore con un profit warning.
Poco prima, anche il produttore canadese di abbigliamento sportivo Lulelemon aveva annunciato prospettive deludenti.
Tuttavia ci sono margini di miglioramento. Anche se la domanda s’è fatta più debole in Europa, il gruppo Puma è molto meno dipendente dalle sue attività cinesi rispetto a concorrenti come Nike e Adidas. Inoltre le scorte si stanno gradualmente riducendo.
Infine, la prospettiva dell’inizio dei tagli ai tassi di interesse da parte delle banche centrali dà un po’ di ottimismo perché l’economia dovrebbe tornare a crescere, e quindi anche la domanda di beni di consumo.
Sotto il profilo tecnico, in questo inizio di gennaio PUMA sembra avere arginato l’ennesimo scivolamento verso il basso, grazie al supporto su quota 47 euro.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento XTB)
Tuttavia l’inclinazione negativa della Ema50 rispetto alla Ema200 non è un buon messaggio, per cui non sono da escludere ulteriori cali verso i 44 euro, minimi dell’estate scorsa.
Per essere più ottimisti, occorrerebbe vedere uno slancio fino ai 50 euro, anche perché poco più sopra c’è un piccolo gap down ancora aperto.
Chi dimostra grande ottimismo su PUMA è la casa di analisi Warburg Research, che ha confermato la sua raccomandazione d’acquisto sul titolo, fissando un target a 12 mesi di 93 euro.
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