C’è un titolo sul listino tedesco che da novembre ad oggi ha quadruplicato il proprio valore. Si tratta della biotecnologica Morphosys, che a fine novembre valeva meno di 15 euro mentre adesso è oltre i 60 euro, livelli che non si vedevano da metà 2021.
C’è stato un evento in particolare che ha dato una spinta clamorosa al prezzo: la cessione di Morphosys alla società farmaceutica svizzera Novartis, che ha offerto 68 euro per azione, ovvero un totale di 2,7 miliardi di euro, per inglobare lo specialista chimico tedesco.
L’offerta andrà esaminata dalle autorità garanti della concorrenza, a non si prevedono intoppi e questo potrebbe condurre al completamento dell’acquisizione nella prima metà dell’anno.
La mossa di Novartis rientra in una vera epropria “caccia” a piccole e medie imprese promettenti che riguarda il settore oncologico, cominciata dopo l’offerta di acquisizione da parte di Pfizer agli azionisti di Seagen all’inizio dello scorso anno.
Morphosys è diventata una preda attraente dopo il forte calo di prezzo avvenuto l’anno scorso, a seguito dei dati deludenti sul farmaco antitumorale Pelabresib (candidato a sostituire il famraco di punta Monjuvi), che ne avevano minacciato l’approvazione. Ma a dicembre, quando sono stati forniti i dati dettagliati, il Pelabresib ha ricevuto nuovo slancio, supportato da una presentazione positiva al congresso annuale degli ematologi statunitensi.
Da allora gli investitori scommettono ancora una volta che il farmaco otterrà l’approvazione americana contro il cancro del sangue e che potrà ssere un successo sul mercato.
Va aggiunto che il ricercatore farmaceutico Morphosys sta puntando forte sulla ricerca e sul lancio di Pelabresib, tanto da varare un aumento di capitale a sorpresa nel mese di dicembre, per circa 100 milioni di euro.
Sotto il profilo tecnico, il quadro di Morphosys è diventato allettante. Il prezzo si è stabilizzato attorno alla circa che Novartis intende pagare per lo specialista biotecnologico tedesco.
C’è comunque ancora margine per una spinta fino ai due livelli di resistenza (di lungo periodo) a quota 68 e 71 euro circa.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
Tuttavia, è da mettere in conto una fase di consolidamento, anche perché l’indicatore RSI è fortemente in ipercomprato. C’è inoltre un gap up aperto tra 58 e 61 euro, che potrebbe diventare il bersaglio di una correzione.