E’ stata un’altra settimana da record per il DAX, che ogni giorno dell’ultima ottava ha aggiornato i suoi primati storici, arrivando così a realizzare la serie più lunga di chiusure record dal 2015 (ben 8 consecutivi).
L’indice tedesco ha chiuso le contrattazioni settimanali a 17.735,07 punti, ossia l’1,8% in più rispetto alla settimana precedente.
Eppure la settimana è filata senza grandi spunti macro, visto che anche i dati sull’inflazione PCE americana e quelli sull’inflazione nella Eurozona non hanno spostato granché le convinzioni degli investitori riguardo ai primi tagli dei tassi di interesse, attesi ormai a ridosso dell’estate.
Quello che sembra chiaro è che il mercato azionario si sta muovendo in scia a un’euforia che per certi versi trova poca giustificazione, viste le difficoltà dell’economia reale. Sembra quasi che le temporanee battute d’arresto vengono utilizzate come punto di ingresso, invece di far preoccupare per un possibile consolidamento o una correzione. In sostanza, gli investitori non vogliono perdere l’occasione di ulteriori aumenti di prezzo.
Sotto il profilo tecnico, si sta verificando lo scenario che avevamo preannunciato qualche tempo fa: la forte tensione attorno alla soglia dei 17mila punti ha generato un fortissimo movimento direzionale, una volta avvenuto il breakout.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
Tuttavia, trattandosi di un territorio completamente inesplorato, gli investitori dovrebbero avere prudenza, anche perché qualche segnale di allerta dovrebbe scattare, visto che il DAX si trova in ipercomprato e, di conseguenza, a rischio di correzione. E quest’ultima potrebbe essere importante, così come lo è stato l’impulso rialzista degli ultimi giorni.
Peraltro siamo sempre più vicini alla soglia dei 18mila, e abbiamo visto bene quanto è stato difficile superare quella dei 17mila.