La correzione cominciata sul finire di marzo potrebbe essere finita, e SAP ha ritrovato nuovo slancio grazie ai risultati trimestrali. Il titolo del maggiore produttore europeo di software potrebbe così risalire verso i massimi annuali su quota 184.
Gli ultimi dati hanno evidenziato che SAP sta beneficiando della forte domanda di prodotti cloud, che possono essere utilizzati in rete dietro pagamento di una quota di abbonamento. Nel primo trimestre, SAP ha aumentato i ricavi legati al cloud di quasi un quarto. Complessivamente invece il fatturato è aumentato dell’8%.
L’utile operativo (+16% nel trimestre), paradossalmente, è stato zavorrato del forte aumento del valore di SAP in borsa (dall’autunno del 2022 la quotazione è cresciuta circa del 120%). Infatti l’azienda include i compensi azionari dei propri dipendenti come costi operativi, e quando le azioni vanno in rally i costi per i programmi di compensazione lievitano.
Il CEO Christian Klein (il cui contratto è stato allungato al 2026 proprio a inizio maggio) è ottimista riguardo all’anno in corso, confermando le previsioni.
Si prevede ora gli elevati investimenti sostenuti negli anni precedenti finalmente porteranno i loro frutti, facendo aumentare il risultato operativo più che nell’anno precedente. L’azienda mira ad accrescere il proprio utile operativo dal 17 al 21%.
Sotto il proflio tecnico, SAP ha trovato supporto nella Ema50, che ha propiziato l’ultimo rimbalzo come vediamo sulla piattaforma di investimento .
Il target nel mirino dei rialzisti è il massimo annuale oltre quota 184 euro, anche perché l’indicatore RSI è in una zona neutra per cui offre ancora un forte margine di movimento del prezzo.
Al ribasso invece bisogna guardare con attenzione al gap aperto tra 150 e 157 euro, anche se per il momento sembra una preoccupazaione davvero eccessiva.
Gli analisti sono convinti dei risultati e vedono positivamente soprattutto le prospettive a medio termine. Goldman ha alzato il target per SAP a 225 euro, Barclays invece l’ha confermato a 200 euro. Sono più cauti UBS (target 191 euro), Jefferies (205 euro) e JPMorgan (target di 205 euro).