Siamo giunti al terzo tentativo in poco più di un mese. ADIDAS sta provando di nuovo a sfondare il muro dei 230 euro, dopo aver vissuto un rally straordinario (+20%) a partire da febbraio, che lo ha condotto sui massimi di 2 anni.
L’ultima trimestrale ha confermato che la prima parte dell’anno è stata sorprendentemente buona, con una crescita del fatturato del 4% (a quasi 5,5 miliardi di euro) e un risultato operativo positivo per 336 milioni di euro.
Contrariamente alle ipotesi precedenti, Adidas ha realizzato un profitto (un milione di dollari) anche dalla vendita dei prodotti Yeezy del controverso rapper Kanye West, con il quale il rapporto si interruppe bruscamente nel 2022 a causa delle dichiarazioni razziste e sessiste del rapper.
L’andamento degli affari ha spinto il produttore di articoli sportivi a un maggiore ottimismo per l’intero 2024, con un risultato operativo significativamente più alto di quanto inizialmente previsto.
Le vendite dovrebbero crescere poco sotto il 10%, e Adidas si aspetta un utile operativo di 700 milioni di euro (rispetto ai 500 milioni di euro della previsione precedente).
Ricordiamo che le prospettive sono incoraggianti anche per i due eventi sportivi di interesse planetario, come gli Europei di calcio e i Giochi olimpici.
Sotto il profilo tecnico, l’ultimo impulso rialzista ha portato Adidas a quota 230 euro, dove rischia di realizzare un pattern triplo massimo, come vediamo sulla piattaforma di investimento .
Bisogna fare attenzione a questo punto, che è fondamentale per il futuro a medio termine di Adidas, perché il triplo massimo nella maggior parte dei casi si comporta come pattern di inversione di tendenza.
Se il prezzo dovesse nuovamente scendere, a quel punto il triplo massimo si realizzerebbe, e sarebbe possibile una correzione forte (magari fino alla Ema50).
Se però ADIDAS riuscisse a superare i 230 euro, allora potrebbe avere un movimento molto forte al rialzo.
Gli analisti sono divisi riguardo alle prospettive a medio termine di Adidas. UBS vede un obiettivo di prezzo pari a 276 euro, RBC fissa il target a 250 euro mentre Barclays lo pone a 243 euro. Anche JPMorgan vede ancora un piccolo rialzo, a 240 euro. Ma ci sono anche gli scettici: Goldman Sachs e Barclay credono che il prezzo si stabilizzerà su questo livello, mentre Bernstein vede una marcia indietro fino a un target di 204 euro.