Si è chiusa una settimana terribile per il mercato azionario europeo, zavorrato da questioni politiche e dalle continue incertezze sul fronte dei tassi di interesse.
Alla fine il DAX è scivolato a 18.002,02 punti, appena al di sopra della soglia psicologica al di sotto della quale era temporaneamente finito per la prima volta in 6 settimane. La perdita settimanale del 3% è stata la più alta dall’agosto dello scorso anno.
Lo shock per il risultato delle elezioni europee e per le prossime nuove elezioni in Francia è stato profondo, estendendosi dalla borsa di Parigi anche a Francoforte. Pesante è anche il possibile conflitto commerciale con la Cina dopo la minaccia di dazi punitivi sui veicoli elettrici cinesi.
Infine, sembra esserci ancora riluttanza da parte della Federal Reserve statunitense a tagliare i tassi d’interesse, mentre la fantasia si atri tagli in Europa si è già esaurita.
Il quadro tecnico del DAX non fa ben sperare per un ulteriore sviluppo dei prezzi. L’indice guida è scivolato sotto la media a 50 giorni, considerata indicatore della tendenza a breve/medio termine.
Se lo scenario continuerà a essere debole, come vediamo sulla piattaforma di investimento , il DAX potrebbe precipitare verso il supporto a 17600 punti, avvicinandosi pericolosamente alla Ema200 (che descrive la tendenza di lungo periodo).
Anche se pare troppo ottimistico sperare in un forte rialzo a breve (è più realista un consolidamento attorno a questa zona), una ripresa del DAX avrebbe come primo ostacolo la Ema50, stavolta in qualità di resistenza dinamica.