Dopo 3 mesi di discesa pressoché continua (con un bilancio di -25%), il titolo Brenntag sembra aver trovato una zona di consolidamento attorno ai 65 euro. Questo però non vuol dire che il quadro tecnico sia migliorato, tant’è che molti investitori in CFD trading continuano a investire sul ribasso.
Eppure, come vedremo, gli analisti nutrono una forte fiducia nella ripresa del prezzo.
L’azienda di prodotti chimici ha avuto un inizio di anno problematico, con un calo dei profitti più marcato del previsto. Il fatturato è diminuito di quasi il 12% mentre l’utile Ebita è diminuito di quasi un quarto rispetto all’anno precedente.
Le difficili condizioni di mercato, caratterizzate da tensioni geopolitiche e persistenti tendenze inflazionistiche, hanno portato ad una pressione sui prezzi e ad una domanda inferiore alle aspettative. Ciò ha avuto un impatto sui risultati in entrambe le aree di business di Brenntag.
Questo scenario ha inciso anche sulle prospettive per l’intero anno del gruppo, che adesso punta solo al limite inferiore della previsione di utile pubblicata a marzo tra 1,23 e 1,43 miliardi di euro. Nel peggiore dei casi, si tratterebbe di un calo dell’utile Ebita rispetto all’anno precedente.
E’ fuori di dubbio che il quadro tecnico di Brenntag resta difficile. Quando ad aprile si è verificata la “croce della morte” (ossia il passaggio della Ema50 sotto la Ema200) il mercato ha ricevuto un forte messaggio ribassista, che effettivamente si è poi concretizzato.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
Il prezzo infatti è sceso bruscamente, trovando solo di recente un consolidamento verso i 65 euro. Come vediamo sulla piattaforma di investimento , il supporto statico a 63,3 è adesso molto vicino, e un nuovo impulso ribassista potrebbe spingere il prezzo anche al di sotto della soglia psicologica di 60 euro.
Eppure qualche spiraglio di luce si intravede. Secondo diversi analisti l’industria chimica dovrebbe vivere una svolta positiva nella seconda metà del 2024 in termini di domanda e profitti, e molte aziende del settore dovrebbero mostrare nuovamente una buona vivacità.
Si spiega così perché Berenberg fissa un obiettivo a medio termine a 76 euro, mentre il target di Warburg Research è 79 euro. Baader Bank e la banca svizzera UBS sono ancora più ottimisti, arrivando a 85 euro mentre Stifel pone un obiettivo di prezzo a 73 euro. Tra tutti però la fiducia maggiore è quella della banca d’investimento americana Goldman Sachs, che ha posto un target di prezzo di 104 euro, perché ritiene che ci sarà una graduale ripresa a partire dalla seconda metà dell’anno, e inoltre il titolo ha una valutazione attuale fin troppo bassa.