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SALZGITTER di nuovo in picchiata. Occhio al supporto a 17,4 euro

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L’ultimo rimbalzo sulla Ema50 ha provocato un calo sui minimi di 3 anni, sotto la soglia dei 20 euro

Il rimbalzo che è avvenuto tra marzo e aprile, che aveva alimentato le speranze di ripresa di Salzgitter, si sono nuovamente scontrate con una realtà molto complicata, ammesse dalla stessa azienda.
Così il titolo è precipitato di nuovo, arrivando sui minimi di oltre 3 anni sotto la soglia dei 20 euro.

L’auspicato rilancio del produttore di acciaio non si è concretizzato, perché l’intero settore siderurgico è in difficoltà. Le prospettive si sono offuscate di fronte ad una lenta ripresa dell’economia tedesca e al calo dei prezzi dell’acciaio. Salzgitter, neanche due mesi dopo aver fissato i suoi obiettivi annuali, è stato costretto a tagliali in un drammatico giorno di inizio maggio (durante il quale perse l’11% in Borsa).

Il gruppo prevede utili Ebitda compresi tra 550 e 625 milioni di euro, mentre il risultato prima delle imposte dovrebbe essere compreso tra 100 e 175 milioni di euro. Entrambi sono significativamente inferiori a quanto previsto in precedenza. Salzgitter aveva precedentemente previsto un utile operativo compreso tra 700 e 750 milioni di euro e un utile prima delle imposte tra 250 e 300 milioni di euro.

In questo contesto è difficile immaginare una ripresa rapida e significativa dei prezzi, che al più potrebbe esserci se i dati semestrali all’inizio di agosto manderanno segnali confortanti. Fino ad allora è probabile che chi negozia CFD su questo titolo manterrà una prospettiva ribassista.

Sotto il profilo tecnico, la tendenza al ribasso che dura da oltre un anno ha nuovamente accelerato. Come possiamo vedere sulla piattaforma di investimento , dopo aver infranto il supporto a quota 22,1 euro, il prezzo è precipitato rapidamente.

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(Fonte grafica: piattaforma di investimento )

Il prossimo livello di supporto che potrebbe opporsi a questa discesa si trova a 17,4 (che risale a dicembre 2020). Più in basso ancora, si arriva sotto i 15 euro.

Anche se sembra eccessivamente ottimistico in questo momento, un segnale di schiarita si avrebbe soltanto con il ritorno oltre la Ema50, anche perché negli ultimi mesi proprio questa media mobile ha respinto 3 assalti.

Da parte degli analisti ci sono visioni contrastanti. Deutsche Bank vede una ripresa a medio termine fino a 24 euro, mentre Jefferies si spinge fino a 26 euro. In mezzo si colloca UBS (24 euro) mentre JPMorgan ha una prospettiva sostanzialmente stabile (19,10 euro).

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