Lo scenario entusiasmante vissuto fino a marzo sembra un ricordo lontanissimo per Aibrus, che ha improvvisamente imboccato la via della discesa, perdendo circa il 20% negli ultimi 3 mesi. Fino a inizio maggio si poteva pensare a una semplice correzione (peraltro fisiologica, visto il rally precedente), ma poi i dati sulle consegne hanno cominciato a sporcare le prospettive.
Questo mese di luglio però comincia a far vedere segnali di ripresa.
Il più grande produttore di aerei al mondo si era prefissato un traguardo di circa 800 aerei commerciali per il 2024, ma nei primi cinque mesi era arrivato solo a 256 jet, meno di un terzo del suo obiettivo annuale. Ciò ha sollevato il dubbio se dietro ci fossero ragioni stagionali o più preoccupanti motivi strutturali.
In particolar modo, il timore che i colli di bottiglia nelle catene di approvvigionamento – che persistono sin dalla pandemia del coronavirus – potrebbero durare ancora molto a lungo (lo ha ammesso anche Guillaume Faury, capo dell’Airbus, ipotizzando circa due o tre anni prima di una piena ripresa).
Ad ogni modo questo scenario ha indotto Airbus – sul finire di giugno – a tagliare i suoi obiettivi annuali (anche a causa di una svalutazione nella divisione spaziale per circa 1 miliardo). L’utile per azione rettificato dovrebbe attestarsi solo a circa 5,5 miliardi di euro, mentre prima si puntava a 6,5-7,0 miliardi. Inoltre Airbus non prevede più di consegnare circa 800 aerei commerciali, ma circa 770.
Un ordine da un miliardo di dollari dalle Filippine ha ridato un po’ di ossigeno a inizio luglio, arrestando una discesa ripida che ha portato Airbus sotto la soglia dei 140 euro.
Sotto il profilo tecnico, il crollo dell’ultimo periodo ha spinto Airbus a tagliare ambedue le principali medie mobili (50 e 200), scivolando anche sotto la soglia dei 130 euro.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
E’ interessante notare due cose sulla nostra piattaforma di investimento : la prima è incoraggiante. C’è infatti un grosso gap (tra 137-141 euro) che si è aperto a fine giugno, che Airbus deve ancora riempire. Questa zona potrebbe essere il target per il rimbalzo di questo inizio di luglio.
La seconda cosa è invece meno incoraggiante. Tra poco infatti potrebbe verificarsi la “croce della morte“, ossia la Ema50 che si porta sotto la Ema200. Solitamente questo scenario porta con sé un messaggio ribassista sul mercato.
Cosa ne pensando gli analisti? Il clima è decisamente fiducioso. Goldman Sachs consiglia questo titoli, fissando un target a 12 mesi su 187 euro. DZ Bank e Barclay hanno altrettanta fiducia, fissando un prezzo obiettivo a 176 euro. Più cauti sono Jefferies e Deutsche Bank, con 155 euro, mentre UBS scende a 145.