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PUMA di nuovo a marcia indietro, ma Fibonacci fa da supporto

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La direzione dell’azienda prevede un aumento dello slancio nella seconda metà dell’anno

Dopo il tentativo di ripresa avvenuto tra fine aprile e metà maggio, le nubi sono tornate ad addensarsi attorno al titolo PUMA, che è nuovamente tornato sotto la soglia dei 50 euro.

I produttori di beni di consumo continuano ad avvertire i problemi legati all’inflazione, che ha compresso gli acquisti e provocato l’accumulo di scorte, penalizzando anche le nuove collezioni.
Si sperava nei tagli ai tassi di interesse, che avrebbero agito da stimolo all’economia, ma soltanto di recente la BCE ha cominciato ad abbassare il costo del denaro, mentre la FED ancora deve iniziare, per cui lo stimolo all’economia (e il rilancio dei consumi) tarderà ad arrivare.

Gli ultimi dati deboli del concorrente Nike hanno confermato lo scenario difficile del settore. Tuttavia la direzione di Puma prevede un aumento dello slancio, dopo un primo trimestre nel quale c’è stato un calo dei profitti e l’utile prima degli interessi e delle imposte (EBIT) è sceso del 9,4%.
Al netto degli effetti valutari, comunque, Puma ha ottenuto una crescita dello 0,5% e gli analisti si aspettavano numeri complessivamente peggiori.

L’azienda si aspetta un graduale miglioramento nel corso dell’anno (anche grazie al traino degli Europei di calcio e le Olimpiadi). Ciò ha spinto l’azienda a confermare le sue previsioni annuali, che mirano a una crescita del fatturato a una cifra e un utile prima degli interessi e delle tasse compreso tra 620 e 700 milioni di euro.

Sotto il profilo tecnico, l’ultima discesa ha spinto il prezzo sul livello di Fibonacci 23,6 (costruito sul trend ribassista cominciato nel 2023 e finito a inizio 2024).

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(Fonte grafica: piattaforma di investimento )

La cosa più preoccupante è l’attraversamento tanto della Ema 50 che della Ema200, che manda un messaggio decisamente ribassista al mercato.
Come vediamo sulla piattaforma di investimento , il supporto a quota 43 euro potrebbe però fare da cuscinetto, e in tal caso la Ema50 rappresenta la prima resistenza da affrontare per sperare di rivedere il sereno. Per un segnale più deciso però bisognerebbe aspettare il ritorno oltre la Ema200, anche perché coincide con il 38,2 Fibonacci.

Nonostante lo scenario difficile, gli analisti non vedono ulteriori cali all’orizzonte. RBC, Barclays, Jefferies e JP Morgan fissano un target a medio termine tra 47 e 48 euro. Ma c’è chi vede un futuro molto migliore, come Goldman Sachs che a inizio luglio ha posto come obiettivo per PUMA quota 70 euro. Addirittura la società di analisi Warburg Research ha lasciato Puma con un obiettivo di prezzo di 88 euro.

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