Quando parlammo di BASF all’inizio di maggio, dicemmo che il rally di inizio anno sembrava esaurito e che l’umore era tornato di nuovo grigio.
Le cose da allora sono decisamente peggiorate, visto il tracollo che ha spinto il prezzo sotto la soglia dei 45 euro (-22% rispetto al massimo annuale toccato ad aprile), al livello più basso dalla fine di novembre. Non stupisce quindi il fatto che chi fa trading su CFD stia investendo al ribasso sul titolo dell’azienda chimica.
I problemi che hanno messo sotto pressione il settore chimico sembravano essere in via di risoluzione, ma evidentemente non è facile lasciarsi alle spalle il periodo più critico della storia recente (innescato dalla crisi energetica).
Dopo il calo di vendite e utili avvenuto nel primo trimestre, BASF ha registrato un calo sorprendentemente significativo delle vendite anche nel secondo trimestre (fatturato -6,9%), e solo le forti misure di austerità hanno consentito di mantenere un Ebitda invariato (ma più basso di quanto si aspettavano gli analisti).
I problemi di BASF derivano dai prezzi di vendita più bassi e dal peggioramento degli affari con i prodotti chimici per l’agricoltura. Anche gli effetti valutari negativi hanno continuato a pesare sui risultati. Come se non bastassero già tutti questi problemi, si è poi aggiunta la vicenda dell’esplosione avvenuta nello stabilimento di Ludwigshafen, che ha provocato diversi feriti.
Peraltro dal quartier generale di BASF avvertono che le condizioni di mercato nel terzo trimestre, stagionalmente più debole, dovrebbero evolversi in modo simile a quelle del secondo trimestre e soltanto nel quarto trimestre dovrebbe esserci una ripresa. Ma nonostante tutto, l’azienda chimica ha confermato i suoi obiettivi per il 2024.
Sotto il profilo tecnico, lo scenario si è fatto decisamente cupo dopo la “croce della morte” (la Ema50 che scende sotto la Ema200) avvenuto qualche settimana fa.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
Il prezzo sta testando una zona di supporto poco sotto i 43 euro, e all’orizzonte ce ne sono altre due (41,8 e 40,4) prima che si arrivi alla soglia psicologica dei 40 euro. Se BASF dovesse oltrepassare anche questi livelli, le cose potrebbero peggiorare notevolmente.
Come vediamo sulla piattaforma di investimento , al rialzo il primo step è recuperare la Ema50, che attualmente viaggia sui 45 euro.
Va detto che, nonostante i tagli al prezzo obiettivo, gli analisti comunque vedono una ripresa all’orizzonte. UBS fissa un obiettivo a medio termine di 51 euro (prima della trimestrale era 58), mentre Berenberg lo individua a quota 52 euro. Warburg Research e Baader Bank fissano l’obiettivo a 50 euro, Goldman Sachs è più cauto e si ferma a 47 euro.