Lo scenario peggiore che avevamo ipotizzato a maggio, l’ultima volta che parlammo di Beiersdorf, si è concretizzato. All’epoca dicemmo che se non si fosse completato il pattern “flag” (rialzista), avrebbe potuto prevalere il doppio massimo (ribassista) che si era appena formato, innescando “una forte correzione“.
Così è successo. Dal prezzo di 147 euro, Beiersdorf è crollato a 127 euro nell’arco di due mesi.
(Fonte grafica: piattaforma di investimento )
Il momento difficile per il produttore di beni di consumo Beiersdorf è cominciato a metà giugno, quando le aspettative di ritocchi verso l’alto degli obiettivi sono andate deluse.
Il gruppo ha solo confermato gli obiettivi a medio termine, ma dopo il lungo rally in Borsa (fino al record di 147,80 euro) serviva qualcosa di forte per continuare ad alimentare la corsa del prezzo. Invece non c’è stato, e questo ha dato avvio alle prese di profitto.
L’ultima trimestrale non ha scosso l’ambiente: l’utile è rimasto sostanzialmente stabile, ma mentre i prodotti Nivea e Labello continuano a fare la parte del leone nel business (con questi nella prima metà dell’anno Beiersdorf ha raggiunto la soglia dei tre miliardi di euro di fatturato), sul gruppo pesa l’andamento debole del marchio di lusso La Prairie, che continua a indebolirsi a causa del crollo dei consumi in Cina.
Dal punto di vista tecnico, nonostante il recente rimbalzo davanti a Beiersdorf ci sono due resistenze da affrontare (127 e la soglia dei 130 euro), che potrebbero essere la prima svolta dopo tante difficoltà.
Come vediamo sulla piattaforma di investimento , va tuttavia sottolineata la minacciosa comparsa della “croce della morte”, ossia la Ema50 che è scivolata sotto la Ema200. Solitamente preannuncia un messaggio ribassista al mercato, a meno che non si verifichi un cambio di passo in breve tempo. Questa è la speranza di chi fa trading CFD su Beiersorf investendo al rialzo.
