Nonostante la fiducia da parte degli analisti, la tanto auspicata ripresa del settore dei semiconduttori non si vede ancora all’orizzonte. Basta guardare cosa sta succedendo ad AIXTRON, che ha vissuto mesi dentro uno stretto range (21-23 euro) ma anziché uscire dall’alto ha finito per scivolare ancora di più.
Sotto questo punto di vista, il mese di agosto è stato un disastro vista la perdita superiore al 22%.
La prima scossa è arrivata con i deboli dati trimestrali di Intel e dai timori che la spinta dell’intelligenza artificiale (AI) sia stata eccessiva. Si sperava nella trimestrale di Nvidia per ottenere un po’ di slancio, ma i dati aziendali del colosso Usa hanno lasciato freddi gli investitori nell’industria europea dei semiconduttori.
Inoltre, il taglio degli investimenti da parte dell’azienda americana di chip Wolfspeed (importante cliente di Aixtron) è un indice dell’umore generale che ancora caratterizza l’industria dei semiconduttori.
Le prospettive della domanda rimangono deboli, e la “battaglia” tecnologica tra USA e Cina (che è il più grande mercato per i veicoli elettrici e quindi fondamentale per i produttori europei di chip) non agevola di certo la situazione.
Tutto questo ha spazzato via le buone notizie che c’erano state a luglio, soprattutto i solidi dati trimestrali che hanno evidenziato una forte raccolta di ordini, ricavi in aumento e la conferma dell’obiettivo annuale di 620-660 milioni di euro di fatturato.
Come possiamo vedere sulla piattaforma di investimento , i diversi tentativi che Aixtron ha fatto per rimanere nel range 21-23 euro si sono scontrati con la Ema50. E alla fine Aixtron ha ceduto di schianto, scivolando sui minimi di due anni.
Senza dubbio il prezzo attuale è una grossa occasione, ma lo scenario attuale è così incerto che bisognerebbe aspettare almeno il recupero oltre la Ema50 per ricevere un messaggio di ottimismo.
Al ribasso bisogna invece tenere d’occhio il supporto di lungo periodo a 16,28 euro.