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PUMA, la debolezza continua. A rischio anche i minimi dal 2018

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Dal mese di agosto è ripartita la corsa al ribasso (dopo una trimestrale debole e il taglio delle previsioni)

Le vacanze estive hanno fatto malissimo al titolo PUMA, che nei primi giorni di agosto perse il 20%, scivolando sui minimi dal 2018. Da allora il prezzo ha fatto fatica a riprendersi, perché è difficile riconquistare la fiducia degli investitori dopo questi shock improvvisi.
Appena pochi mesi fa il prezzo era riuscito a varcare la soglia dei 50 euro, adesso invece langue su quota 36.

I produttori di beni di consumo risentono ancora delle conseguenze dell’alta inflazione, che ha compresso gli acquisti e provocato l’accumulo di scorte, penalizzando anche le nuove collezioni.

Le difficoltà del settore hanno trovato conferma nell’ultima trimestrale di PUMA, risultata più debole del previsto. Il produttore di moda sportiva ha visto il fatturato scendere dello 0,2%, mentre il risultato operativo è aumentato dell’1,6%, molto meno di quanto si aspettassero gli analisti.
Lo sviluppo è stato rallentato da costi più elevati, come gli investimenti nell’attività commerciale propria dell’azienda o in progetti di magazzino e infrastrutture digitali. Soprattutto l’importante business delle scarpe ha continuato a ristagnare.

Tutto questo ha offuscato le prospettive di profitto per l’intero anno. Puma ha abbassato la stima degli utili prima degli interessi e delle tasse (EBIT) tra 620 e 670 milioni di euro, mentre in precedenza stimava di poter arrivare anche a 700 milioni. Questo scenario ha spinto gli analisti ad abbassare i loro obiettivi di prezzo per PUMA.

A voler essere ottimisti, uno spiraglio potrebbe offrirlo l’avvio dei tagli ai tassi di interesse, che dovrebbe stimolare l’economia e rilanciare finalmente i consumi. Ma servirà tempo per vedere degli effetti concreti.

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Nel frattempo, PUMA deve cercare di restare oltre il recente minimo a circa 34 euro, al quale ci stiamo avvicinando pericolosamente come vediamo sulla piattaforma di investimento .
Se dovesse cedere anche questo supporto, è possibile un ulteriore calo fino alla soglia dei 30 euro.

Per rivedere un po’ di ottimismo bisognerebbe recuperare la soglia della Ema50, attualmente poco sotto i 40 euro (prima però c’è una resistenza a 37 euro circa).

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