Gli scenari di crisi che riguardano il settore automobilistico appesantiscono anche CONTINENTAL, che nel periodo estivo ha fatto su e giù come uno yo-yo, rimbalzando un paio di volte tra 51 e 61 euro.
Durante queste ultime settimane si sono alternate notizie di natura opposta. A luglio Continental aveva dichiarato grande fiducia sulla redditività del
secondo trimestre, ma i gravi problemi del settore automobilistico hanno ben presto cancellato questo ottimismo.
A metà agosto ha poi ha annunciato il progetto di scorporo dell’attività di fornitura automobilistica per concentrarsi sul business dei penumatici (ad alto margine), e questo aveva innescato un nuovo recupero del prezzo. Ma a settembre è venuto fuori il grave problema con i freni forniti a BMW, che per questo ha deciso di interrompere le consegne. Da qui è nato un nuovo impulso ribassista.
L’umore degli investitori ha quindi danzato tra ottimismo e pessimismo. Resta comunque il fatto essenziale che l’industria automobilistica, quella più importante per l’economia tedesca, vive da tempo una crisi profonda che si è trasmessa anche ai fornitori automobilistici.
Nonostante questo, di recente gli analisti di JPMorgan e UBS hanno fissato un obiettivo di prezzo di 100 euro, praticamente il doppio di quello attuale. In buona parte questo si lega proprio all’annunciato spin-off dell’attività di fornitura automobilistica dalla divisione pneumatici, che si ritiene abbia un enorme potenziale.
Al momento però il prezzo non riesce a risalire in modo convincente oltre la soglia dei 60 euro, ed anzi ha rischiato di finire anche più in basso, come vediamo sulla piattaforma di investimento .
Ad ostacolare la risalita di CONTINENTAL c’è anzitutto la Ema50 che agisce da resistenza, ma qualora riuscisse a superare questo livello ci sarebbe poi anche la Ema200, che ha bloccato proprio l’ultimo tentativo di salita (a fine agosto).