DAX, il rally senza freni aumenta il rischio di una correzione

Continua senza freni la corsa del DAX, che questa settimana ha superato per la prima volta la soglia dei 22mila punti, fissando un nuovo record storico a quota 22.624 punti (giovedì 13 febbraio). Si tratta del sedicesimo nuovo primato storico segnato dall’inizio dell’anno.
Il principale indice tedesco ha guadagnato il 3,2% nell’ultima settimana, e se consideriamo l’intero 2025 il DAX ha realizzato un progresso addirittura del 13%.

Nelle ultime settimane abbiamo assistito a un copione piuttosto costante: lunedì e venerdì il DAX è stato piuttosto traballante, mentre nella parte centrale della settimana è andato forte, quasi incontenibile.

Diversi fattori hanno spinto l’appetito al rischio del mercato. Anzitutto la speranza che possano esserci dei negoziati di pace tra Ucraina e Russia, dopo la telefonata tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il capo del Cremlino Vladimir Putin. Ciò avrebbe un impatto importante sull’intera economia globale, sia sul piano energetico che su quello commerciale.
Allo stesso tempo, le minacce tariffarie di Trump per il momento servono più a mettere pressione per giungere a negoziati con i propri partner, piuttosto che a innescare una vera battaglia commerciale su larga scala. Ma lo scenario resta comunque incerto, ed è difficile prevedere le mosse di Trump.

Da un punto di vista tecnico, la tendenza verso l’alto nel DAX è ancora intatta, tanto da far pensare che il rally potrebbe continuare e mettere nel mirino i 23.000 punti.
Tuttavia, come diciamo da settimane, proprio la corsa record rende difficile mantenere questi ritmi anche in futuro.
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Come possiamo vedere sulla piattaforma di investimento eToro, il rischio di una correzione del DAX viene alimentato dal fatto che l’indicatore RSI si trova nella zona dell’ipercomprato.
Se dovesse esserci una correzione, la zona di supporto più vicina è la soglia dei 22mila punti.